Navigazione veloce

Progetto bullismo

Il problema del “bullismo” investe da vicino il mondo della scuola, proprio perché in essa trova un ambiente in cui manifestarsi, anche se a volte il fenomeno può essere ignorato o quasi sommerso.
Dan Olwens, professore di psicologia all’università Beigen, fu il primo studioso agli inizi degli anni ‘70 ad occuparsi del fenomeno in modo sistematico; in seguito, tra gli anni 80 e 90, la ricerca si è sviluppata nei paesi scandinavi, nel Regno Unito, in Giappone, Olanda, Canada e U.S.A. e di recente anche in Italia.
La percentuale degli studenti coinvolti nel fenomeno è indicata diversamente dai ricercatori.
Dan Olwens scrive che il 15% della popolazione scolastica è coinvolta nel fenomeno e la percentuale comprende le vittime, i bulli e gli appartenenti ad entrambe le categorie. (1993).
In Inghilterra Sharp e Smith (1994) rilevano che il fenomeno coinvolge il 27% degli studenti, molto più grave è il dato rilevato da Ada Fonzi, che sostiene che il 41% della popolazione studentesca della scuola primaria italiana sia coinvolto in ruolo attivo, e non solo come spettatore, nel bullismo.
Tuttavia, per chiarire i dati del fenomeno ed evitare di confondere aggressività con bullismo, ci si può rifare alla definizione di Olwens, che pone l’accento sulle “azioni offensive commesse ripetutamente e frequentemente. Per parlare di bullismo è necessario che vi sia una simmetria nella relazione. Il termine non dovrebbe essere utilizzato quando due studenti pressappoco della stessa forza fisica litigano o discutono”.

Riferimenti bibliografici:

Dan Olwens, Bullismo a scuola, Giunti 1996
S.Sharp – P. Smith, Bulli e prepotenti nella scuola, Erickson 1994
Ada Fonzi, Il bullismo in Italia, Giunti 1997

Il piano d’intervento
Premesso che la constatazione dell’esistenza del fenomeno di per sé non costituisce un rimedio, si può pensare di ridurre il bullismo in questo modo:

  • conoscendolo e dando il giusto valore ai comportamenti prepotenti
  • rilevandolo nei singoli contesti educativi e portando allo scoperto le situazioni nascoste
  • fermando gli episodi nel momento preciso in cui vengono rilevati e successivamente cercando di capirne le cause
  • sostenendo in primo luogo le vittime
  • stimolando e favorendo la cultura del raccontare ciò che accade in un clima di chiarezza
  • considerando i bulli come persone da aiutare oltre che da fermare
  • assicurando agli alunni un ambiente sicuro in cui crescere
  • migliorando l’autostima e la motivazione degli alunni
  • sviluppando le competenze sociali
  • migliorando le abilità comunicative tra alunni e tra alunni e insegnanti
  • promuovendo una cultura scolastica basata sui valori della democrazia e della solidarietà.

Caratteristiche dell’intervento:

è rivolto a tutti gli alunni della classe e non direttamente ai bulli e alle loro vittime, perché è necessario agire sulla comunità degli spettatori per ottenere un cambiamento stabile e duraturo; è progettato insieme dagli insegnanti.

Destinatari: l’intervento ha una diversa articolazione per i destinatari e prevede l’intervento a supporto da parte dell’operatore psicologico che già lavora nella scuola.
È rivolto a:

  • docenti:
    incontri di formazione per conoscere il fenomeno
    saper individuare vittime e prepotenti
    saper individuare le aree a rischio
    conoscere le strategie da porre in atto per prevenire o ridurre il fenomeno
  • genitori:
    incontri di formazione per:
    sapere cos’è il bullismo
    saper individuare i sintomi manifestati da chi è vittima di comportamenti prepotenti
    saper individuare gli atteggiamenti nei figli che mostrano una predisposizione verso la prevaricazione
    saper cosa fare di fronte alle diverse situazioni
    attivare un gruppo di genitori sensibili al problema
  • alunni:
    messa a punto di attività didattiche specifiche con tecniche comunicative di base (lettura, disegni, film, testi, teatro, racconti)
    codice di regole e comportamenti condivisi (esempio: costruire insieme il regolamento di classe con norme e sanzioni)
    colloqui degli insegnanti con vittime e bulli
    sportello psicologico

Attività:
– questionari (per raccogliere informazioni individuando soggetti, attori, vittime e spettatori, dove avvengono gli episodi, in cosa consistono e con quale frequenza si ripetono)
– questionari (per raccogliere informazioni sulle reazioni degli alunni dopo i fatti aggressivi subiti e per conoscere le risposte degli adulti)
– rappresentazioni teatrali, giochi di ruolo e socializzazione delle esperienze
– fruizione di materiale audiovisivo e/o multimediale ad hoc
– discussione, in piccoli gruppi o in tutta la classe, sulle problematiche e i sentimenti che emergono durante le attività

Il nostro Istituto collabora da diversi anni con gli esperti della Comunità Montana della Valcuvia nell’ambito della prevenzione del disagio e dei fenomeni di prevaricazione attraverso corsi di formazione, incontri con gli esperti e lo sportello di ascolto.
Per l’anno scolastico 2005/2006 l’Istituto ha chiesto di partecipare al progetto della Comunità Montana sul tema delle “Paure dei minori” e che, se attuato nelle nostre scuole, vedrà la partecipazione di tutte le componenti educative, dalle famiglie, agli insegnanti e agli educatori.